Le relazioni professionali sono un legame molto profondo, forse più di quello che puoi credere, perché coinvolge la tua mente, il tuo corpo e la tua anima.
Io dico sempre ai professionisti e imprenditori che scelgono di lavorare con me: se la mattina pensi di svegliarti e andare semplicemente a lavorare, non hai capito nulla!
Quando ti alzi dal letto, ti vesti, percorri il tragitto per raggiungere il luogo di lavoro e varchi la soglia dell’ufficio, da quel momento stai entrando in una relazione professionale.
E cioè una relazione che presenta le stesse difficoltà di una relazione affettiva.
Mi spiego meglio cercando di essere più diretto ed esplicito: quando sei al lavoro per essere efficiente (cioè, raggiungere l’obbiettivo giornaliero/settimanale/mensile) ed efficace (ossia, raggiungerlo nei tempi previsti) non entrano in gioco soltanto le tue competenze ma anche le tue emozioni, il tuo aspetto caratteriale e le tue dinamiche di reazione agli eventi esterni.
Ora, se non hai coscienza delle tue emozioni, delle tue dinamiche caratteriali e cioè se non sai perché si innescano, quali sono gli eventi che possono attivarle e da dove nascono, non puoi gestirle per restare sempre centrato e cioè per non perdere di vista efficienza ed efficacia e far sì che ci sia integrazione tra mente, corpo e anima.
In caso contrario la mente può prendere il sopravvento e allora può portarti a reagire in un modo non funzionale per le relazioni professionali.
Faccio un esempio pratico: il tuo capo ti assegna un progetto e subito ti scatta l’emozione perché per la prima volta ti senti “visto”, magari non ti aspettavi che scegliesse proprio te.
E allora cominci a pensare: “dai lo vedi che il LUI conta su di me….sono speciale”. Magari pensi pure: “alla fine di questo progetto vedrai che mi darà anche un premio perché sono PIÙ BRAVO DEGLI ALTRI”.
Quindi, mentre per il tuo capo sei come gli altri e lui ha fatto semplicemente una scelta, tu probabilmente stai riponendo molte aspettative in quella scelta, che vanno aldilà dell’assegnazione del progetto e coinvolgono emozioni e sentimenti più profondi in te, che riguardano il tuo BISOGNO profondo di essere visto (come un bambino che vuole essere visto dalla propria mamma o dal proprio papà).
Tutto ciò TI distoglie dall’obiettivo della relazione professionale tra te e il tuo capo (due adulti) che è SOLTANTO quello di essere efficace ed efficiente.
Infatti, nel momento in cui le TUE aspettative sono disattese (cioè, ha scelto te semplicemente perché eri quello libero e il premio non arriva) allora potrebbero scattare in te sentimenti come rabbia, frustrazione, invidia per i colleghi, pensieri del tipo: “ha dato il premio all’altro perché è raccomandato”.
Cioè in poche parole questa dinamica ti porta a filtrare la realtà e dargli una lettura tutta tua che danneggia le relazioni professionali in modo negativo e forse permanente.
L’origine della dinamica potrebbe trovarsi nel tuo scenario famigliare e l’unico modo per uscirne è osservare, accettare, accogliere questa cosa.
Tieni presente che una relazione professionale SANA e SOSTENIBILE si basa su un incontro di bisogni e rinunce consapevoli e passa attraverso tre elementi imprescindibili:
- Ti devi spendere il giusto sul lavoro per ottenere il giusto guadagno che può essere 500 euro/gg, 1000 euro/gg oppure la cifra che ti fa sentire a tuo agio (quando dico “sentire” mi riferisco alle sensazioni nel tuo corpo).
- Hai diritto ad avere tempo da dedicare a te stesso: andare in palestra oppure fare trekking oppure fare viaggi o brevi weekend di relax senza rinunciarci in nome del lavoro, soprattutto quando non ti è richiesto in modo esplicito.
- Hai diritto ad avere tempo da spendere con i tuoi affetti: con i tuoi genitori (non limitandoti solo a telefonare) oppure con i tuoi figli giocandoci a pallone oppure con tua moglie guardando un film sul divano senza rinunciarci in nome del lavoro, soprattutto quanto non ti è richiesto esplicitamente.
Tutto ciò l’ho già vissuto sulla mia pelle: mi spendevo tanto, molto, moltissimo sul lavoro solo per sentirmi pienamente REALIZZATO e soprattutto RICONOSCIUTO (quel riconoscimento mai ricevuto da papà) e oggi ti sto riportando ciò che ho provato e come ne sono uscito fuori.
Questa dinamica mi faceva perdere di vista l’equilibrio necessario per avere relazioni professionali SANE e SOSTENIBILI.
Sto parlando del bilancio tra il DARE e RICEVERE e ti propongo di fare un esperienza per capirlo meglio.
Prendi un foglio bianco, disegna una torta e disegna una fetta che rappresenta quanto DÀI nel tuo lavoro in questo momento storico della tua vita e dagli un valore da 0 a 100.
Ora, gira il foglio, disegna una seconda torta nella quale rappresenterai la fetta di quanto RICEVI e assegnali un valore da 0 a 100.
Osserva le torte: come è il bilancio? La somma del dare e ricevere supera 100? È inferiore a 100?